Gestire un figlio ipersensibile non è mai una cosa semplice. Abbiamo fin da subito chiarito che i bimbi ipersensibili hanno una percettività molto più forte rispetto a quella di un bambino con una sensibilità normale.
Questo può portare ad un genitore tanti aspetti nuovi e positivi, ma ha anche dei lati negativi. Un bimbo molto percettivo, per esempio, potrebbe lasciarsi guidare dalla sua ipersensibilità per scoprire finalmente chi si nasconde dietro la maschera di Babbo Natale.
E allora addio magia dei regali.
Percettibilità: che cos’è?
Ma che cos’è la percettività? Perché nei bambini ipersensibili è cosi sviluppata e soprattutto, come si può gestirla al meglio?
Per rispondere a tutte queste domande ci vorrà un po’, quindi se ti interessa l’argomento prepara carta e penna per gli appunti e continua leggere.
La percettività è una dote innata che può essere anche allenata. Questa non è altro che la capacità di percepire e catalogare le cose del mondo secondo un metro di giudizio tutto personale. La percettività infatti non è mai qualcosa di assolutamente oggettivo.
Nel reagire alle cose che ci accadono, siamo sempre guidati da una percettività che è fatta non solo di pensiero razionale, ma anche e soprattutto di emozioni. Emozioni quali possono essere il dispiacere, la paura, la felicità.
Chi è ipersensibile tende ancora di più a lasciarsi guidare dalle emozioni nel percepire il mondo. Ed è proprio per la forza di queste emozioni che gli ipersensibili non riescono a gestirle.
I bambini ipersensibili possono quindi avere più difficoltà degli altri a dominare la propria percettività. Il semplice capriccio di un bimbo a cui non piace un piatto di pasta, può trasformarsi in una tragedia greca.
Molti genitori di figli ipersensibili si sentono sopraffatti dalla sensibilità dei loro bambini e cercano di non creare in loro traumi, assecondando quasi sempre i loro capricci.
Percettibilità elevata: cosa non fare
Ecco, cari mamma e papà, mi spiace deludervi, ma devo farlo: non c’è niente di più sbagliato. Mi spiego meglio: riconoscere l’ipersensibilità del vostro bimbo e trattarla come un dono speciale è giusto. È sbagliato però, in nome di questa spiccata sensibilità, dargliela sempre vinta e proteggerlo sempre.
Trattare un bimbo come il principe della vostra vita e accontentarlo sempre forse lo proteggerà dalle piccole delusioni della vita, ma lo renderà un adulto manipolatore.
Sembra crudele solo a pensarci, ma è la realtà: un bimbo che capisce quanto i suoi atteggiamenti possono portarlo ad ottenere quello che vuole, comincerà ad utilizzarli sempre, sistematicamente, per realizzare tutti i suoi desideri.
Se ti rendi conto di avere un figlio ipersensibile, cerca di evitare di accontentarlo sempre. Prova piuttosto a farlo ragionare, distinguendo tra percezioni e deduzione. Se per esempio, tuo figlio trova che la zuppa sia troppo salata, fai cosi: non costringerlo a mangiarla, e non toglierla subito.
Digli: mi dispiace che la trovi salata, prova a metterci dentro un po’ d’acqua.
Percezione o deduzione?
Per evitare che il bimbo confonda deduzioni e percezione, non contraddirlo subito. Cerca di aiutarlo a ragionare con la giusta distanza, insegnandogli come distinguere tra gli stimoli che vengono dall’esterno e le reazioni che il suo corpo produce.
Quando ti racconta qualcosa, fagli delle domande che possano aiutarlo a concentrarsi su questi punti:
- Cosa è successo esattamente
- Cosa hanno detto
- Come ti sei sentito
Rispondendo a queste domande il bimbo riuscirà a distinguere le proprie sensazioni dai fatti oggettivi e imparerà a non lasciarsi sopraffare dalla potenza di quello che sente.
Ultimo consiglio: quanto il tuo bimbo prova a raccontarti qualcosa, non interromperlo per correggerlo. Lasciagli esporre le sue idee senza interromperlo. Si sentirà preso in considerazione ed ascoltato e questo aumenterà la sua autostima.
La prossima settimana parlerò di cosa accade in famiglia quando è il genitore ad essere ipersensibile.
Alla prossima!