Relazione con un narcisista: montagne russe senza cintura

Le relazioni sentimentali, in generale, sono un intreccio complesso di emozioni, aspettative e bisogni reciproci. Quando però uno dei partner presenta tratti narcisistici, il rapporto assume i contorni di una corsa inarrestabile sulle montagne russe: salite vertiginose, entusiasmo, discese improvvise di dolore, curve strette di confusione.

Il problema, per chi vive accanto a un narcisista, è che spesso manca la cintura di sicurezza: non ci sono punti fermi, non c’è protezione. Si è sbalzati continuamente tra momenti di idealizzazione e fasi di svalutazione, in un’altalena emotiva che logora progressivamente l’autostima e il senso di realtà.

In questo articolo analizzeremo come si configura una relazione con un narcisista, quali sono le dinamiche più frequenti, i segnali a cui prestare attenzione e, soprattutto, le possibilità concrete per proteggersi e ricostruire uno spazio di libertà psicologica.


I segnali a cui prestare attenzione

Accorgersi di trovarsi dentro una relazione con un narcisista non è affatto semplice. Nei primi tempi, tutto sembra splendere: l’altro appare affascinante, attento, capace di farci sentire al centro del suo universo. È solo col passare dei mesi che, quasi impercettibilmente, iniziano a comparire delle crepe.

Piccoli episodi, dettagli che a prima vista sembrano insignificanti, ma che, messi in fila, raccontano una realtà ben diversa. Ci si accorge, ad esempio, che ogni tentativo di critica – anche il più delicato – viene accolto con irritazione o difese sproporzionate, come se la minima osservazione fosse una minaccia insopportabile.

Si nota anche un bisogno costante di applausi e conferme, come se la relazione fosse trasformata in un palcoscenico e il nostro unico ruolo fosse quello di restare in platea a fare da pubblico. Intanto, i nostri bisogni cominciano a scivolare sullo sfondo: emozioni e desideri vengono minimizzati, ridicolizzati o ignorati del tutto.

È in questo clima che si sperimenta quella strana oscillazione: un giorno ci si sente messi su un piedistallo, il giorno dopo svalutati e criticati senza motivo. A poco a poco cresce un senso di colpa sottile ma persistente, la convinzione di non fare mai abbastanza, di essere sempre in difetto.

E quando arriva il momento in cui si sta male, in cui si avrebbe bisogno di sostegno, si scopre che l’altro non riesce davvero a sintonizzarsi con le nostre emozioni. È come se l’empatia fosse un linguaggio che non conosce.

Questi segnali, presi singolarmente, potrebbero sembrare trascurabili. Ma nella loro continuità diventano una bussola preziosa: aiutano a riconoscere che ci si sta muovendo dentro il vortice tipico di una relazione con un narcisista.


Il ciclo infinito: idealizzazione, svalutazione, scarto, ritorno

Una relazione con un narcisista raramente è lineare. Segue piuttosto un copione ripetitivo che crea dipendenza psicologica e logora l’identità del partner. Le fasi principali sono quattro: idealizzazione, svalutazione, scarto e ritorno (hoovering).


1. Idealizzazione: la fase del miraggio

È il momento più luminoso, il biglietto d’ingresso alle montagne russe. Il narcisista, nei primi tempi, mette in campo tutto il suo talento seduttivo. Sa leggere i bisogni affettivi dell’altro e rispecchiarli, offrendo esattamente ciò che il partner desidera.

Molti raccontano di aver ricevuto attenzioni quotidiane, regali, dichiarazioni d’amore intense, sorprese continue. La sensazione è quella di aver finalmente trovato l’anima gemella. Ma proprio questa intensità diventa la trappola: quando arriveranno i momenti difficili, la speranza sarà sempre quella di “tornare come all’inizio”.


2. Svalutazione: la caduta

Dopo l’entusiasmo, qualcosa cambia. Il narcisista inizia a percepire il partner non più come fonte di gratificazione, ma come minaccia. E qui compaiono critiche, silenzi punitivi, confronti umilianti.

Frasi come:
“Non sei più come all’inizio.”
“Dovresti impegnarti di più.”

Effetto sul partner: confusione, ansia, senso di colpa. Si comincia a giustificare l’altro, a mettere da parte i propri bisogni pur di salvare la relazione.


3. Scarto: l’abbandono

Quando il partner non è più “utile” o quando il narcisista trova una nuova fonte di approvvigionamento emotivo, arriva lo scarto. Spesso è improvviso e brutale: ghosting, frasi lapidarie, accuse infondate.

Il risultato è devastante: crollo dell’autostima, disperazione, vuoto interiore.


4. Hoovering: il ritorno ciclico

Dopo settimane o mesi, ecco il messaggio:
“Ho pensato tanto a te, nessuno mi ha mai capito come te.”

La speranza si riaccende, la giostra riparte. È un nuovo giro sulle montagne russe, identico al precedente.



Perché è così difficile staccarsi da una relazione con un narcisista?

Una delle domande più dolorose è: “Perché non riesco a lasciarlo, anche se sto male?”

Le ragioni sono molteplici. Prima di tutto, c’è il ricordo della fase di idealizzazione: si resta ancorati all’illusione di quell’amore perfetto. Poi subentra la dipendenza emotiva, alimentata dal rinforzo intermittente: attenzioni alternate a rifiuti, come in un meccanismo da slot machine.

A questo si aggiunge il senso di colpa, abilmente indotto dal narcisista, che ribalta sempre le responsabilità. Infine, la paura della solitudine: il timore di non trovare mai più qualcuno che possa amarci davvero.


La trappola della speranza

Molti partner cadono nell’illusione di poter “salvare” il narcisista. Si pensa che con abbastanza amore e pazienza l’altro cambierà. Ma il cambiamento autentico richiede una consapevolezza che raramente il narcisista è disposto ad affrontare, perché significherebbe riconoscere le proprie fragilità.

Rimanere in attesa di questo cambiamento è una trappola che spesso sacrifica la salute emotiva del partner.


Uscire dalle montagne russe

Interrompere una relazione con un narcisista non è mai una decisione immediata, né una strada in discesa. È un percorso fatto di esitazioni, ritorni indietro, momenti di paura.

Spezzare il ciclo significa affrontare la solitudine profonda, ricostruire la propria identità e accettare la disillusione. Riconoscere che quella storia non era l’oasi d’amore immaginata, ma un miraggio.

Chi riesce a compiere questo percorso racconta quasi sempre la stessa sensazione: libertà. È come respirare di nuovo dopo anni di aria rarefatta, sentire una leggerezza nuova sulle spalle, scoprire che si può vivere senza inseguire approvazioni impossibili.


Conclusioni: la cintura che possiamo costruire

Alla fine, uscire da una relazione con un narcisista significa smettere di vivere in balia di scosse continue e tornare a camminare con i propri passi. Non c’è più l’ebbrezza ingannevole delle montagne russe, ma la solidità della terra sotto i piedi.

E quella stabilità, che all’inizio sembra meno emozionante, rivela una bellezza profonda: è il luogo in cui si può respirare, scegliere e amare senza paura.

La vera libertà non è volare senza rete, ma imparare a stare saldamente in piedi, consapevoli di non aver più bisogno di nessuno che ci tenga agganciati per sentirci vivi.

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Aiuto le persone a capire perché fanno scelte sbagliate in amore… e perché continuano a farle, nonostante tutto. Quando non sto “ricablando” cervelli in terapia, scrivo articoli per rendere la psicologia accessibile, pratica e, perché no, anche divertente. 

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Aiuto le persone a capire perché fanno scelte sbagliate in amore… e perché continuano a farle, nonostante tutto. Quando non sto “ricablando” cervelli in terapia, scrivo articoli per rendere la psicologia accessibile, pratica e, perché no, anche divertente. 

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