Cos’è la dipendenza affettiva?

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Cos’è la dipendenza?

Il termine dipendenza indica un’alterazione del comportamento che da semplice abitudine diventa ricerca ossessiva del piacere, attraverso mezzi, sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. L’individuo dipendente si assoggetta a qualcosa di esterno che arriva a prendere il controllo della sua vita. L’oggetto della dipendenza è inebriante: permette di fuggire verso un paradiso artificiale, evitando l’immenso vuoto interiore che il dipendente sente. Purtroppo è un sollievo solo temporaneo.

Cos’è la dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva appartiene alla categoria delle Nuove dipendenze, meno tangibili delle classiche poiché non sono causate dall’azione di una sostanza di abuso, bensì da una relazione: quando l’essere amato scompare, il dipendente affettivo si ritrova in piena astinenza. Così come le altre dipendenze, anche quella affettiva esprime una carenza, un vuoto da colmare con quello che non si trova dentro di sé, ed implica una dolorosa disassuefazione. Il dipendente affettivo intrattiene relazioni non egualitarie in cui si subordina all’altro, volontariamente: ignora la propria identità, nega i propri bisogni e desideri ma emula gli interessi di chi gli sta vicino. Diventa l’altro senza mai superarlo. È passivo; dipende dall’altro per essere felice e sentirsi amato, anche se crede di non meritarselo. In una simbiosi unilaterale, sparisce progressivamente, diventando, presto, l’ombra dell’altro. L’esagerato bisogno di approvazione che prova, col tempo, rafforza la dipendenza, impoverisce l’autostima, instaura una routine e consolida l’alienazione.

Caratteristiche della persona dipendente

Le caratteristiche fondamentali del dipendente affettivo sono:

  • la paura dell’abbandono; 
  • l’assenza di amor proprio;
  • un comportamento sottomesso.

Rimane imprigionato in relazioni inappaganti, sviluppando in continuazione aspettative sempre più elevate nei confronti dell’altro. È fin troppo paziente e finisce col tollerare comportamenti sempre più invadenti. Permette agli altri di scegliere al posto suo. Si tratta di una personalità debole, provata dal rifiuto, dall’indifferenza o dalla violenza.

È vulnerabile, una facile preda del colpo di fulmine.
Non si innamora di qualcuno, ma di un’immagine idealizzata,
di un’illusione della perfezione.
 

In sostanza, il dipendente affettivo è:

Ossessionato dall’altro: fino al punto di sviluppare atteggiamenti quasi patologici che spesso sfociano nella gelosia, violenza e nel tormento.

Ansioso: al pensiero della separazione, prova una forma di stress da prestazione nella vita personale e professionale.

Stabile: porta avanti lunghe relazioni. Rifiuta il cambiamento: ama la sicurezza delle sue abitudini ed una vita sempre uguale a sé stessa.

Bisognoso di attenzioni: richiede al partner molta energia. Non sopporta l’indifferenza: è disposto a tutto pur di attirare l’attenzione anche attraverso i conflitti.

Geloso: a tratti, possessivo e controllante. Prova un senso d’inferiorità, che lo spinge ad isolare il partner, trattenerlo, evitando ad ogni costo il suo rifiuto. Il risultato ottenuto è l’effetto contrario: l’allontanamento di quest’ultimo in tempi più brevi.

Influenzabile: nella vita, segue le masse; in amore, dipende dall’umore dell’altro, ne assorbe le frustrazioni, lo imita adottando i suoi atteggiamenti, comportamenti, il suo vocabolario.

Devoto: si assoggetta da solo, finendo, addirittura, col compiacersene. Calpesta facilmente il suo orgoglio pur di seguire l’altro.

Invisibile: nega i suoi gusti, i suoi interessi e le sue preferenze fino a dimenticarli e ad annullare sé stesso, permettendo ad ogni nuovo partner di sconvolgere le sue abitudini di vita. Non prende mai decisioni e non esprime pareri per primo, aspetta che sia l’altro a pronunciarsi.

Colpevole: si accusa di tutto. Non è sempre fedele, la paura della solitudine può condurlo ad andare alla ricerca di nuove conquiste.

Nasconde le sue fragilità: all’inizio di una relazione finge di essere indipendente, si vergogna della sua vulnerabilità e pensa di essere privo d’interesse.

Ama in maniera smisurata: ma non gratuitamente. L’altro deve ripagarlo col suo tempo, le sue energie, ecc. Se il debito non viene soluto, il dipendente manipola e colpevolizza il partner per rafforzare artificialmente il legame che li unisce.

Ognuno di noi potrebbe rivedersi nella figura del dipendente affettivo (soprattutto nella fase dell’innamoramento) però è bene distinguere un attaccamento sano da una dipendenza patologica, che porta l’individuo a vivere con angoscia e sofferenza sia la vita di coppia che la sua quotidianità.

Nei prossimi articoli analizzerò nel dettaglio la figura del dipendente affettivo e le modalità con cui si relaziona nei vari contesti sociali.

Alla prossima!

Cos’è la dipendenza affettiva?

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Cos’è la dipendenza?

Il termine dipendenza indica un’alterazione del comportamento che da semplice abitudine diventa ricerca ossessiva del piacere, attraverso mezzi, sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. L’individuo dipendente si assoggetta a qualcosa di esterno che arriva a prendere il controllo della sua vita. L’oggetto della dipendenza è inebriante: permette di fuggire verso un paradiso artificiale, evitando l’immenso vuoto interiore che il dipendente sente. Purtroppo è un sollievo solo temporaneo.

Cos’è la dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva appartiene alla categoria delle Nuove dipendenze, meno tangibili delle classiche poiché non sono causate dall’azione di una sostanza di abuso, bensì da una relazione: quando l’essere amato scompare, il dipendente affettivo si ritrova in piena astinenza. Così come le altre dipendenze, anche quella affettiva esprime una carenza, un vuoto da colmare con quello che non si trova dentro di sé, ed implica una dolorosa disassuefazione. Il dipendente affettivo intrattiene relazioni non egualitarie in cui si subordina all’altro, volontariamente: ignora la propria identità, nega i propri bisogni e desideri ma emula gli interessi di chi gli sta vicino. Diventa l’altro senza mai superarlo. È passivo; dipende dall’altro per essere felice e sentirsi amato, anche se crede di non meritarselo. In una simbiosi unilaterale, sparisce progressivamente, diventando, presto, l’ombra dell’altro. L’esagerato bisogno di approvazione che prova, col tempo, rafforza la dipendenza, impoverisce l’autostima, instaura una routine e consolida l’alienazione.

Caratteristiche della persona dipendente

Le caratteristiche fondamentali del dipendente affettivo sono:

  • la paura dell’abbandono; 
  • l’assenza di amor proprio;
  • un comportamento sottomesso.

Rimane imprigionato in relazioni inappaganti, sviluppando in continuazione aspettative sempre più elevate nei confronti dell’altro. È fin troppo paziente e finisce col tollerare comportamenti sempre più invadenti. Permette agli altri di scegliere al posto suo. Si tratta di una personalità debole, provata dal rifiuto, dall’indifferenza o dalla violenza.

È vulnerabile, una facile preda del colpo di fulmine.
Non si innamora di qualcuno, ma di un’immagine idealizzata,
di un’illusione della perfezione.
 

In sostanza, il dipendente affettivo è:

Ossessionato dall’altro: fino al punto di sviluppare atteggiamenti quasi patologici che spesso sfociano nella gelosia, violenza e nel tormento.

Ansioso: al pensiero della separazione, prova una forma di stress da prestazione nella vita personale e professionale.

Stabile: porta avanti lunghe relazioni. Rifiuta il cambiamento: ama la sicurezza delle sue abitudini ed una vita sempre uguale a sé stessa.

Bisognoso di attenzioni: richiede al partner molta energia. Non sopporta l’indifferenza: è disposto a tutto pur di attirare l’attenzione anche attraverso i conflitti.

Geloso: a tratti, possessivo e controllante. Prova un senso d’inferiorità, che lo spinge ad isolare il partner, trattenerlo, evitando ad ogni costo il suo rifiuto. Il risultato ottenuto è l’effetto contrario: l’allontanamento di quest’ultimo in tempi più brevi.

Influenzabile: nella vita, segue le masse; in amore, dipende dall’umore dell’altro, ne assorbe le frustrazioni, lo imita adottando i suoi atteggiamenti, comportamenti, il suo vocabolario.

Devoto: si assoggetta da solo, finendo, addirittura, col compiacersene. Calpesta facilmente il suo orgoglio pur di seguire l’altro.

Invisibile: nega i suoi gusti, i suoi interessi e le sue preferenze fino a dimenticarli e ad annullare sé stesso, permettendo ad ogni nuovo partner di sconvolgere le sue abitudini di vita. Non prende mai decisioni e non esprime pareri per primo, aspetta che sia l’altro a pronunciarsi.

Colpevole: si accusa di tutto. Non è sempre fedele, la paura della solitudine può condurlo ad andare alla ricerca di nuove conquiste.

Nasconde le sue fragilità: all’inizio di una relazione finge di essere indipendente, si vergogna della sua vulnerabilità e pensa di essere privo d’interesse.

Ama in maniera smisurata: ma non gratuitamente. L’altro deve ripagarlo col suo tempo, le sue energie, ecc. Se il debito non viene soluto, il dipendente manipola e colpevolizza il partner per rafforzare artificialmente il legame che li unisce.

Ognuno di noi potrebbe rivedersi nella figura del dipendente affettivo (soprattutto nella fase dell’innamoramento) però è bene distinguere un attaccamento sano da una dipendenza patologica, che porta l’individuo a vivere con angoscia e sofferenza sia la vita di coppia che la sua quotidianità.

Nei prossimi articoli analizzerò nel dettaglio la figura del dipendente affettivo e le modalità con cui si relaziona nei vari contesti sociali.

Alla prossima!

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